Una mostra racconta le vacanze nel cinema italiano dal 1949 al 2011 attraverso una rassegna fotografica. Con foto di set e di scena, Villeggiatura e vacanze nel cinema italiano 1949 – 2011 vuol
rendere conto di come il nosto cinema abbia raccontato le vacanze, da
occasione destinata a pochi privilegiati a momento di spensieratezza di
massa, fino ai primi evidenti segnali della
crisi. Così la vacanza diventa uno specchio del paese da Morte a Venezia a Basilicata coast to coast, da Sapore di mare a Immaturi.
Ad inizio secolo sono ambientati Morte a Venezia di Luchino Visconti (1971) e La contessa azzurra di
Claudio Gora (1960). Gli anni ’30 a villeggiature estive e movimentate
presso i parenti di Sasso Marconi (La via degli angeli di Pupi
Avati, 1999), e ad agiati periodi di riposo sul litorale veneto, quali
piacevoli pause nella ricerca di una giovane moglie per un ricco
italoamericano (Americano rosso di Alessandro D’Alatri, 1991).
La villeggiatura cinematografica dei primi anni ‘40 non può essere
spensierata e deve fare i conti con il periodo bellico, che vede, in Estate violenta
di Valerio Zurlini (1959), fare da sfondo a Riccione all’amore
contrastato tra un giovane studente e una bella vedova di guerra, e che
in Hotel Meina di Carlo Lizzani (2007) si sofferma su un
gruppo di ebrei, villeggianti forzati in un hotel sul lago Maggiore. Nel
dopoguerra il cinema italiano racconta in diretta le lunghe vacanze,
soffermandosi anche sulle sofferte vacanze delle servette al seguito di
famiglie di commercianti che possono permettersi due mesi a Ladispoli (Il sole negli occhi di Antonio Pietrangeli, 1953). Ancora non per molti è Tempo di villeggiatura
come spiega Antonio Racioppi nel suo film del 1956 ma ormai la vacanza
contagia tutti ed è tempo di metterla decisamente in commedia.
Con i primi segnali di ripresa la voglia
di scappare al mare contagia un po’ tutti e la commedia si appropria
del tema per raccontare domeniche in spiaggia, vacanze in città e
avventure estive dagli esiti non proprio imprevedibili. A far da
apripista è Domenica d’agosto di Luciano Emmer
(1950), intreccio di storie e personaggi durante una giornata festiva ad
Ostia. Il film di Emmer funge da esempio per molta della commedia
balneare del decennio e di quelli successivi, in gran parte dei casi più
scanzonata e leggera rispetto al capostipite. Costruiti su tipi da
spiaggia e bellezze in bikini, con i primi che corteggiano le seconde
non sempre con successo, approdano sullo schermo tra gli altri Non scherzare con le donne di Giuseppe Bennati (1955), Vacanze a Ischia di Mario Camerini (1957), Mariti in città di Luigi Comencini (1958), Racconti d’estate di Gianni Franciolini (1958), Femmine di lusso di Giorgio Bianchi (1960), Le magnifiche sette di Marino Girolami (1961), Leoni al sole di Vittorio Caprioli (1961), Una domenica d’estate di Giulio Patroni (1962). In questo panorama Alberto Lattuada fa filtrare una verve antiperbenista (La spiaggia, 1954). Ci si occupa anche, ma in casi più sparuti, di vacanze sulla neve (Vacanze d’inverno di Camillo Mastrocinque, 1959) ancora comunque riservate a pochi abitué e a qualche casuale intruso.
E poi dal boom alla crisi. La vacanza come specchio del boom, del suo benessere e delle sue prime
crepe, con la registrazione dei segnali che annunciano la crisi dei
decenni successivi. La commedia all’italiana, con Dino Risi in testa (Il sorpasso, 1962), affronta il tema per evidenziare inquietudini, immaturità e sbandamenti (La voglia matta
di Luciano Salce, 1961). L’argomento però non è più solo preda della
commedia e volge al dramma, spesso sentimentale come nei casi di L’estate di Paolo Spinola (1966), con Enrico Maria Salerno diviso tra l’amante Nadja Tiller e la di lei figli Mita Medici, e di Amanti di
Vittorio De Sica (1961) dove sullo sfondo della palladiana Villa di
Maser affrescata dal Veronese e di Cortina si consuma il breve incontro
tra Marcello Mastroianni e Faye Dunaway, colpita da un male incurabile.
Le isole Tremiti e l’isola di Ponza fanno rispettivamente da sfondo a
vacanze chiuse drammaticamente, rispettivamente per Violenza al sole - Un’estate in quattro di Florestano Vancini (1968), con un aitante Giuliano Gemma ucciso per gelosia, e per Il sole nella pelle di Giorgio Stegani (1971), fuga d’amore per una giovane Ornella Muti, figlia di un’industriale. La vacanza tocca tutti (Colpo di sole di Mino Guerrini, 1968) e nel segmentato La vita provvisoria di
Vincenzo Gamma (1962), un episodio è dedicato a giovani novizie in
spiaggia, con una di loro che rischia l’annegamento. Sergio Citti
racchiude umanità varia, compresa una giovane Jodie Foster da maritare
perché incinta, e miserie quotidiane in Casotto (1977), sul litorale romano.
Il cinema italiano non tarda molto a portare sulle strade ragazzi e ragazze in cerca di novità e divertimento. Il clima è quello della commedia, anche se non mancano eccezioni alte e drammatiche come L’avventura di Michelangelo Antonioni (1960). La vacanza on the road è comunque una costante che attraversa un po’ tutti i decenni e che man mano si allarga a più generazioni. Joan Collins ne La congiuntura di Ettore Scola (1964) cerca di esportare capitali in Svizzera con l’aiuto dell’ignaro Vittorio Gassman, e Alberto Sordi è il compagno di Bernard Blier nell’avventura senile di Una botta di vita di Enrico Oldoini (1988). Nanni Moretti punta alle Eolie in cerca di una impossibile tranquillità (nell’episodio Isole di Caro diario, 1993) mentre il terzetto di giovani in camper (Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo e Massimo Cecchierini) si lascia irretire e sedurre dalla ladra Asia Argento (Viola bacia tutti di Giovanni Veronesi, 1998). I musicisti di Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo (2010) scelgono il percorso a piedi, immersi nella natura lucana, finendo per arrivare tardi ad una agognata esibizione.
La vacanza oggi si è spezzettata e il cinema degli ultimi vent’anni ha registrato questo cambiamento. Il mare continua a farla da padrone ma le alternative ormai sono diverse. Ne La settimana della sfinge di Daniele Luchetti (1990), la riviera romagnola offre lo scenario per i battibecchi amorosi di Margherita Buy e Paolo Hendel. Battibecchi e contrasti ideologici tra vacanzieri di destra e di sinistra li serve Paolo Virzì in Ferie d’agosto (1996). La vacanza può diventare sospensione dalla vita quotidiana (Pane e tulipani di Silvio Soldini , 2000) o punto di partenza per la scoperta di altre realtà (Quando sei nato non puoi più nasconderti di Marco Tullio Giordana, 2005). Materia prima per la lunga serie dei cinepanettoni (uno per tutti: Natale in crociera di Neri Parenti , 2007), le vacanze restano occasione comica per i fratelli Vanzina di Un’estate al mare (2008). Non tutti possono fuggire al mare e c’è anche chi, per motivi diversi, è costretto a rimanere a casa (Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gegorio, 2008). Di recente, infine, l’estate, al mare o in montagna non è più stagione di spensieratezza ma solo pausa di un’esistenza senza prospettive (Sul mare di Alessandro D’Alatri, 2010) o periodo per confrontarsi con la difficoltà della maternità (Quando la notte di Cristina Comencini, 2011).
Ma la vacanza anche soprattutto memoria di un tempo passato, più o meno felice, con cui confrontarsi e fare i conti. I primi a giocare con la nostalgia sono i fratelli Vanzina di Sapore di mare (1983), riandando all’estate dei primi ani ’60 a Forte dei Marmi, aprendo un fortunato filone al botteghino, e sulla cui scia si situa il più personale Tredici a tavola (2004) di Enrico Oldoini, sull’estate dei suoi 18 anni, tra il casale dei nonni nell’entroterra e il mare di Castiglioncello. Tra nostalgia e omaggio al padre produttore Carlo Infascelli si muove Zuppa di pesce di Fiorella Infascelli (1991) mentre costruisce un bel racconto di formazione Massimo Martella con Il tuffo (1993), in una calda estate cittadina degli anni ’60. Con un andirivieni tra gli anni ’70 e oggi, tra città (Livorno) e spiaggia, Paolo Virzì con La prima cosa bella (2010) tratteggia un bel ritratto di mamma vitale, e suo fratello più giovane, Carlo Virzì con L’estate del mio primo bacio (2006) ritorna alle vacanze del 1987 dell’adolescente Gabriella Belisario in una villa dell’Argentario. I protagonisti di due film di “memoria ritrovata” si riuniscono, per scelta (Da zero a dieci di Luciano Ligabue, 2002) o perchè costretti da singolari circostanze (Immaturi di Polo Genovese, 2011), e sono costretti a far i conti con il proprio passato, in un momento legato alle vacanze, piene o agognate, e a trarre bilanci, con qualche rimpianto e un po’ di nostalgia.
VILLEGGIATURA E VACANZE NEL CINEMA ITALIANO 1949 - 2011
Mostra fotografica a cura di Antonio Maraldi
Casa del cinema
Roma
Mostra fotografica a cura di Antonio Maraldi
ORARI
lunedì - domenica ● 16.00 – 20.00
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